Emozioniamoci: Ving Tsun e... psicologia

Può sembrare incredibile nominare la Psicologia e il VingTsun, arte marziale, nel medesimo articolo eppure queste discipline possono avvicinarsi e talvolta sfumare l’una nell’altra. Da un punto di vista prettamente autobiografico io sono testimone di questa possibile fusione; sarò più precisa: sono Dott.ssa in Psicologia Clinica, pratico VingTsun da circa quattro anni e vorrei raccontarvi quanto questa arte marziale possa “abbracciarsi” alla Psicologia. Per cominciare vorrei precisare che il VingTsun non è semplice Kung-Fu (tradotto “duro lavoro”), ma nelle sue fondamenta e nei principi che lo costituiscono è racchiusa una grande filosofia di vita. Un primo punto di incontro tra Psicologia e VingTsun sta nel fatto che entrambe le discipline, anche se ovviamente sotto punti di vista differenti, riguardano l’uomo: l’uomo come continuum di mente e corpo, l’uomo come essere umano nelle sue molteplici declinazioni. Entriamo ora nel vivo di quanto sto affermando e pensiamo alle emozioni. Che cosa sono le emozioni? Da una prospettiva psicologica le emozioni sono fenomeni molto complessi ed esistono, ad oggi, molte cornici teoriche di riferimento che le spiegano e descrivono sotto punti di vista differenziati, in particolare vorrei ora soffermarmi sul loro significato “adattivo” avvalendomi di una piccola spiegazione psicologica: prima di tutto, le emozioni sono un fenomeno frequente, quotidiano, accadimento inevitabile insito in quasi ogni momento della nostra vita; sono esperienze che producono “sentimenti” o “affetti”, comportano modificazioni fisiologiche in risposta a determinati stimoli, sono dotate di correlati cognitivi ed hanno risvolti sul piano comportamentale. È nell’800 con Charles Darwin che alle emozioni viene attribuito un significato adattivo legato alla sopravvivenza, ovvero le emozioni, sotto questo punto di vista, permettono una pronta ed efficace risposta dell’organismo in circostanze critiche. Darwin riteneva che molte delle espressioni facciali delle emozioni avessero un significato adattivo, cioè servissero a comunicare, senza bisogno di parole, lo stato interno di una persona, a trasmettere agli altri le sensazioni provate in un dato momento (tristezza, gioia, paura, etc …); tutto ciò ha grande utilità, basti pensare, ad esempio, che la paura è un’emozione spesso legata a situazioni di pericolo per comprendere facilmente quanto può essere importante comunicarla agli altri. Soffermiamoci quindi su questa emozione di base. La paura è un’emozione fondamentale e importante per la sopravvivenza presente sia nell’uomo che negli animali e caratterizzata da risposte fisiologiche evidenti come l’aumento della pressione arteriosa, l’aumento del battito cardiaco o il freezing, anche se tengo a precisare che l’esperire determinate emozioni e viverle in modi più o meno intensi è strettamente legato al contesto e alla nostra soggettività, ricordiamoci, infatti, che ognuno di noi è unico e irripetibile. Vediamo ora un esempio: se mi trovo sulla metropolitana alle 16 di pomeriggio immersa nella folla e mi accorgo che una persona dall’aspetto un po’ “inquietante” mi osserva, probabilmente, più che spaventarmi mi infastidisco, ma se cambiamo il contesto e mi ritrovo su questa metropolitana alle 23 di sera, da sola con quella persona “inquietante” che mi osserva… beh sono certa che avrò una grande paura!!! Eccoci arrivati al cuore di questo articolo: qui il VingTsun può “darmi una mano”. Perché? Vi chiederete. Il VingTsun può darci l’occasione di “riuscire a cavarcela” in situazioni di pericolo, in situazioni per cui la paura può essere così forte da immobilizzarci invece che consentirci la fuga. Dopo mesi o anni di duro allenamento il nostro corpo e la nostra mente avranno in possesso tecniche sia prettamente fisiche che mentali per poter “controllare”, a livello emotivo, l’intensità della paura e, a livello fisico, la reattività nel difendersi in caso di aggressione. Gestire una situazione di questo tipo non è certamente facile, ma l’avere dentro di sé e nel corpo la prontezza e, soprattutto, la “consapevolezza” di essere in grado di difendersi e di riuscire a tutelare la propria vita è sicuramente fondamentale in una tale circostanza. A questo punto sono certa che potranno nascere diverse domande, ad esempio: “come può fare una donna o un uomo dalla costituzione esile a difendersi se di fronte ha un avversario di 100 kg alto 1,90?”. Il VingTsun risponde: ”si può!”. Il VingTsun ha la straordinaria capacità, insita nel sistema, di adattarsi a tutto e a tutti, è come l’acqua che si plasma e prende forma in base alla superficie che ricopre. Alcuni principi inoltre spiegano come nel VingTsun non siano tanto importanti la nostra corporatura o il nostro sesso quanto invece la tecnica, la fluidità, la cedevolezza e l’elasticità dei nostri movimenti, per questo il nostro sistema è alla portata di tutti, chiunque può praticarlo, dal bambino all’anziano. “Ferma la forza quando nasce” è uno di questi principi: esistono movimenti specifici che ci consentono di fermare un pugno o un calcio al suo nascere mediante un pak sao o un tan sao e permettere alla forza dell’avversario di uscire, schivare il nostro corpo e non travolgerci. “Economicità del movimento”, ecco un altro principio: non è necessario essere sportivi sfrenati o “acrobati” per riuscire a imparare questa disciplina a un buon livello, piccoli movimenti come un braccio che trasla, un polso che ruota o un passo possono portare a grandi risultati, ad esempio, spostarsi da un calcio o fermare un “diretto”. Affascinante vero? Non siete d’accordo? Siamo pronti ad accogliere ogni vostra critica o curiosità senza esitazioni; trovo che il poter “condividere” con voi tutto questo sia costruttivo per entrambe le parti e soprattutto molto, molto piacevole. Spero di avervi dato qualche piccola, ma “buona” idea dell’utilità e della straordinaria capacità di questo sistema; personalmente o per “deformazione professionale”, non so, tutto ciò che riguarda il VingTsun e, allo stesso tempo, il nostro essere in quanto persone e il nostro essere delle persone in migliaia di sfaccettature mi attrae e stupisce in continuazione.
Per concludere vorrei precisare che il VingTsun non è la sola ed unica strada per riuscire ad arricchirsi, per conoscersi più in profondità, per trovare strategie idonee a far fronte alle varie difficoltà che si stagliano nella nostra vita, ma è sicuramente un meraviglioso percorso che vale la pena vivere.

Dott.ssa Sabrina Marchesi
EVTF